IL VERBO



I MODI ED I TEMPI


Il dialetto salentino possiede, rispetto all'italiano, una flessione notevolmente ridotta sia per quanto riguarda i modi che per quanto concerne i tempi. Riportiamo qui di seguito un riepilogo degli uni e degli altri.

MODI

TEMPI


indicativo

  • possiede i seguenti tempi: presente – passato prossimo – imperfetto - passato remoto – trapassato prossimo – trapassato remoto

  • è privo dei tempi futuri, in sostituzione dei quali ricorre al presente, accompagnato da avverbi o locuzioni avverbiali di carattere temporale riferite a fatti, circostanze, condizioni avvenire

esempio: l'annu ci vene sciamu a mare ( l'anno prossimo andremo al mare)


congiuntivo

  • possiede i seguenti tempi: presente (terza persona singolare e terza plurale; per le altre persone si ricorre alle forme dell'indicativo) – passato – imperfetto - trapassato

  • ha valore ottativo, per cui in un periodo ipotetico e nelle interrogative indirette viene sostituito dai corrispondenti tempi dell'indicativo

esempi: cu lli vegna n'accidenti! (che gli venga un accidente!) - l'issi fattu quannu era cchiù vagnone! (l'avessi fatto quando ero più giovane!) - se vinia moi ssiune cu ne facimu na caminata (se venisse adesso, usciremmo a fare quattro passi) – se eri vinutu jeri nu mm'ivi ṭruvatu (se fossi venuto ieri, non mi avresti trovato) – t'aggiu ddumannatu aḍḍu si šciutu (ti ho chiesto dove sia andato)

condizionale

  • manca

  • viene sostituito dall'indicativo imperfetto (condizionale presente) e dall'indicativo trapassato prossimo (condizionale passato)

esempi: se ulìa lu facìa (se volesse, lo farebbe) – se era ulutu l'ia fattu (se avesse voluto, lo avrebbe fatto)

imperativo

  • è privo del futuro

  • possiede una voce specifica soltanto per la seconda persona singolare del presente

  • per la prima e la seconda persona plurale si ricorre alle corrispondenti voci dell'indicativo presente

  • per le terze persone si usano le corrispondenti voci del congiuntivo presente

esempi: fane quiḍḍu ca òi! (fai quello che vuoi!) – faciti quiḍḍu ca uliti! (fate quello che volete!) - fazza Ddìu! (sia fatta la volontà di Dio!) - facimu quatṭru sarti! (facciamo quattro salti!) - fàzzane quiḍḍu ca òlene (facciano quello che vogliono)

infinito

  • possiede ambedue i tempi

  • viene usato soltanto in dipendenza dai verbi “putìre” (potere) e “ire” (avere, con il significato di “dovere”)

esempi: dilli ca nu pozzu vinire percè aggiu šcire a fore (digli che non posso venire perchè devo andare in campagna)

participio

  • è usato quasi solo al passato

  • ricorre qualche raro caso di presente, ma soltanto con valore di aggettivo

gerundio

  • anche se possiede ambedue i tempi, di solito viene usato soltanto al presente. Il suo uso, inoltre, è molto limitato: nelle forme perifrastiche come quelle proprie della lingua italiana ("sto andando") viene, infatti, usato sistematicamente l'indicativo, presente o imperfetto, senza alcuna congiunzione subordinante ("sta vvau": sto andando, "sta šcìa": stavo andando).


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