IL VERBO


LE CONIUGAZIONI


Nel dialetto salentino si verifica una notevole semplificazione della morfologia verbale rispetto a quella italiana e, ancor più, a quella latina, con la sostanziale riduzione a due coniugazioni per effetto di una quasi totale confluenza nella stessa coniugazione, con desinenza “ire”, dei verbi della seconda e della terza italiane (seconda, terza e quarta latine).

LATINO

-are

amare

-ēre

vidēre

-ĕre

pèrdere

-ire

venire

ITALIANO

-are

amare

ère (voci piane) - ere (voci sdrucciole)

vedère - pèrdere

-ire

venire

DIALETTO SALENTINO

-are

amare

-ire

vidire – perdire - vinire

Tale transizione, nei lemmi sdruccioli, è associata ai seguenti altri fenomeni:

  1. lo spostamento dell'accento tonico dalla terzultima alla penultima sillaba

  2. la modifica della vocale finale del tema verbale quando questa sia una “e”, che diventa “i”, o una “o”, che diventa “u”

esempi

pèndere: pinnìre, vèndere: vinnìre, tòrcere: turcìre, vìncere: vincìre, pèrdere: pirdìre (o perdìre)



VERBI SOVRABBONDANTI

Abbiamo, però, alcune voci verbali che mantengono, in alternativa alla terminazione in “ire”, anche quella in “ere”, propria dell'etimo, del quale conservano anche la posizione dell'accento.

esempi

pènnere-pinnìre, vìnnere–vinnìre, ccòjere-ccujìre, spènnere-spinnìre, rùmpere-rumpìre, crètere-critìre, scòjere-scujìre, tòrcere-turcìre, frìscere-friscìre

vedere anche: verbi pluritematici



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